IL BIANCO E IL NERO
DI NATALINO LONGONI
“Innanzitutto va titolata. È una mostra che passa dalla pittura alla scultura, i miei quadri sono infatti delle sculture da parete che non appoggiano su una base.
Il bianco e il nero” può significare tantissime cose. A priori significa la materia e lo spazio, però posso dire anche che rappresenta il positivo e il negativo, il giorno e la notte, il contrasto, la divisione, la contro immagine, tantissime cose, quando in un testo rappresentato c’è del bianco e del nero solo ed esclusivamente.
Nella Genesi Dio crea la terra e il cielo, che in effetti è lo spazio inteso anche come vuoto, che pure è necessario esattamente come il pieno, perché se non c’è lo spazio, se non c’è l’aria non esisteremmo qui ora. Perciò non può esistere solo la materia, ma deve esserci anche la possibilità di agire. Agendo interviene una terza causa: è il tempo, che regola il movimento. Quando fai un passo, quel passo è regolato dal tempo e quel passo occupa uno spazio.
Le opere in mostra sono una tetralogia che si compone di quattro pezzi, come se fosse un libro che tratta di un certo argomento, e l’argomento trattato è quello che viene nascosto non tanto dall’immaginario, quanto piuttosto dall’ermeneutica dove ogni segno rappresenta un qualcosa.
Come quando si giunge davanti ad una strada dove c’è un cartello di senso vietato, cos’è che ti ferma dall’entrare in quella strada? Non è il cartello che ti ferma, ma la tua esperienza, il tuo giudizio e l’informazione che tu hai avuto. È la tua mente che ti ferma perchè sa che quel cartello, quel simbolo ha un significato. Esperienza, cultura, etica, senso civico delle cose: sono un modo degli uomini per regolarsi.”