DISCORSO INAUGURAZIONE MONUMENTO “DALLA LIBERTA’ FIORISCE NUOVA VITA”

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(Foto di Gianni Redaelli)

Dopo la cerimonia di commemorazione per il XXV Aprile, è seguito il discorso del Presidente della FAL, Giuseppe Valtorta per la presentazione del monumento “Dalla Liberta fiorisce nuova Vita”:

Giusto un anno fa veniva completato l’allestimento della mostra che presentava alla cittadinanza il lavoro e le elaborazioni realizzate dai nostri soci della Famiglia Artistica Lissonese per questo monumento, nato da un’idea del compianto Direttore artistico Ermes Meloni, elaborata nel disegno dello scultore Natalino Longoni e trasformata in fasi successive nel progetto completo che consegnammo nel marzo del 2017 al Sindaco per l’inoltro alla Soprintendenza delle Belle Arti per l’approvazione indispensabile atta a consentire l’inserimento dell’opera nel contesto monumentale di Palazzo Terragni.

Ora lo presentiamo posto in opera, realizzato (ringrazio tutti coloro che vi hanno lavorato), vedete inciso nel marmo il motto “DALLA LIBERTA’ FIORISCE NUOVA VITA “ perchè per l’artista è un cenotafio, una tomba vuota, ma ricca di significato: un inno allo spirito di libertà, non retorica, ma lealtà, dignità e giustizia.

L’opera è composta da un sacello o recinto sacro alla base; vi sono i due elementi verticali contrapposti da intendersi quali oppositori alla crescita dell’albero che si espande nello spazio quale simbolo di libertà; i gradini in mezzo rappresentano le ceneri da cui nasce e cresce l’albero, sinonimo di vita, spirito di libertà che cerca la luce al di fuori della compressione degli steli verticali, superandoli in altezza.

Anche la luce è un elemento significante; vedrete nello scorrere del giorno il gioco delle ombre sullo sfondo; lo vedrete vibrare con il vento, i tondini nel muoversi fungono da diapason: suonano, danno un senso di vita; al’imbrunire e di notte dalla base si irradia la luce, pare sprigionandosi dall’albero stesso, mentre viene illuminato il fondo retrostante.

Questo monumento ben si inserisce nello spirito dell’architettura di Terragni con i suoi rapporti modulari e armonici e nelle proporzioni che lo compongono.

Per la Famiglia Artistica Lissonese è stato un grande onore portare a compimento quest’opera, già nel lontano 1945/46 il locale Comitato di Liberazione Nazionale propose all’Associazione, che – ricordo – è prossima all’ 85° di fondazione, di bandire un concorso fra artisti per ricordare la memoria dei fatti e il sacrificio dei nostri concittadini trucidati.

Lo abbiamo scoperto sistemando gli archivi; abbiamo trovato gli originali di tre lettere: era stato indetto un concorso che portò alla realizzazione della tomba al Cimitero “il canto delle Parche” proposta dall’allora geometra Giacomo Mariani; ora questo ricordo, questo monumento è proposto quale inno alla vita e alla libertà per la rinascita della nostra Italia, aperta ai valori di una nuova convivenza civile nella libertà.

Quella libertà che tutti i resistenti componenti il nostro Comitato di Liberazione Nazionale richiamano espressamente nelle dichiarazione rilasciate nel 1970 e riportate nell’opuscolo sulla “Resistenza a Lissone”; la nostra libertà che esplicitamente è richiamata e valorizzata da tanti articoli dei principi fondamentali e dal titolo primo della Costituzione Repubblicana, vigente da settant’anni.

La FAL ricorderà tutto questo in un opuscolo partendo dalla storia di questo monumento, senza dimenticare che l’albero della vita che nasce dalle ceneri esprime “il desiderio di una riconciliazione nazionale, di una riunificazione in nome della democrazia e della libertà, di una morale rigorosa e insieme serena”; sono parole di Aldo Cazzullo scritte nella conclusione del libro “Possa il mio sangue servire” da lui dedicato a uomini e donne della Resistenza.

Ma a me piace anche pensare che nel giorno della Liberazione giovani uomini e donne decisero di unire le loro vite, perché la guerra e le tribolazioni conseguenti lo avevano impedito.

Anche a Lissone nei mesi successivi ci fu un boom di matrimoni da cui nacque una nuova, fortunata generazione: quella di coloro che non hanno ricordi di guerra ma sono cresciuti nella pace e nella laboriosità di un paese lanciato nella ricostruzione e nel progresso.

E’ questo cammino che ora, di nuovo dobbiamo perseguire.

Giuseppe Valtorta

Presidente della Famiglia Artistica Lissonese

Lissone, 25 aprile 2018